SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
San Martino della Battaglia appartiene a Desenzano del Garda ed ha preso l’attuale nome dopo la storica Battaglia di San Martino, durante la Guerra di Indipendenza (24 giugno 1859), in cui le forze armate del Regno di Sardegna, guidate da Vittorio Emanuele II, accanto agli alleati francesi sotto la guida di Napoleone III, sconfissero gli Austriaci, guidati dall’Imperatore Francesco Giuseppe.
COME ARRIVARE A SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Chi si reca a San Martino della Battaglia lo fa con lo scopo di vedere la storica, simbolica e suggestiva torre. Ma come arrivare?
Da Milano prendere l’autostrada A51 e seguire la direzione Tangenziale Est, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Sirmione.
Da Bologna dall’autostrada Adriatica A14 continuare sull’autostrada del Sole A1, seguire la direzione per l’A22, seguire la direzione Milano/Brescia, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Sirmione.
Da Genova dall’autostrada A7, seguire la direzione per Piacenza, continuare sull’autostrada A21, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Sirmione.
Da La Spezia dall’autostrada della Cisa A15, seguire la direzione Milano, proseguire sull’autostrada del Sole A1, seguire le indicazioni per Cremona, continuare sull’autostrada A21, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Sirmione.
Da Brescia imboccare l’autostrada A4, proseguire fino a Sirmione.
In treno Stazione di Desenzano del Garda-Sirmione, poi autobus.
In aereo: Aeroporto di Brescia (a 38 km circa) Aeroporto Bergamo (a 76 km circa) Aeroporto di Parma (a 98 km circa) Aeroporto Milano Linate (a 124 km circa)
PREZZI TORRE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Telefono per conferma prezzi, aperture ed orari
+39 030.9910370
Sito internet
www.solferinoesanmartino.it
Prezzo per persona
€ 2,50
Prezzo per i minori di 6 anni
Gratuito
Prezzo per i minori di 10 anni
€ 1,00
Prezzo dai 11 ai 18 anni
€ 2,00
Prezzo dai 18 ai 25 anni
€ 2,00
Prezzo per oltre i 65 anni
€ 2,00
Tariffa Gruppi (minimo 10 paganti)
€ 2,00
Chiusura settimana
Sempre aperto
Chiusura durante l’anno
01.01 – 01.05 – 25.12
ORARI E GIORNI DI APERTURA TORRE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Telefono per conferma aperture ed orari
+39 030.9910370
Orario di apertura
Da Ottobre a Febbraio
Dal martedì al sabato
09h00 – 12h00 / 14h00 – 17h30
Domenica e giorni festivi
09h00 – 19h00
Da Marzo a Settembre
Dal martedì al sabato
09h00 – 12h30 / 14h30 – 19h00
Domenica e giorni festivi
09h00 – 19h00
MUSEO DELLA BATTAGLIA
Ingresso:
ADULTI: 2,50 €
BAMBINI 6-10 anni: 1,00 €
RIDOTTO 11-18 anni e ultra 65 + COMITIVE: 2,00 €
COM. CON GUIDA (pren. obbligatoria): 3,00 €
COMPLESSO MONUMENTALE SAN MARTINO
Apertura annuale:
Dal 17 Marzo al 15 Ottobre: tutti i giorni 9 – 12.30 / 14.30 – 19, continuato 9 – 19 domeniche e festivi.
Dal 16 Ottobre al 16 Marzo da martedì a domenica: 9 – 12.30 / 14 – 17.30
Ingresso (museo + torre):
ADULTI: 7,00 €
BAMBINI 6-10 anni: 3,00 €
RIDOTTO 11-18 anni e ultra 65 + COMITIVE: 5,00 €
LA TORRE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
La torre è alta circa 74 metri ed è stata costruita nel 1880, aprendo le sue porte il 15 ottobre 1893. Fu costruita per onorare la memoria di Vittorio Emanuele II e di chi ha combattuto per l’indipendenza e l’unificazione d’Italia nella guerra del 1848-1870.
All’interno, le pareti sono piene di immagini belliche dell’epoca e di ritratti di capi militari. Alla sommità della torre si ha, oltre ad un sistema d’illuminazione usato anche come faro, una vista per la quale vale davvero la pena salire tutte quelle scale. Dalla cima si può vedere il Lago di Garda, la penisola Sirmione ed i numerosi vigneti che circondano la torre.
La torre si può vedere dall’esterno senza problemi, ma per fare una passeggiata nei giardini, avvicinarsi, salire ed accedere al museo della battaglia è necessario pagare un biglietto d’ingresso.
A pochi metri dal museo c’è una chiesa e l’ossario nel quale riposano le spoglie dei soldati.
La torre sorge sul colle più alto di San Martino che l’armata sarda, con alterne fortune, conquistò, perse e riprese più volte con cruenti assalti e ripetute cariche contro gli Austriaci.
E’ stata eretta per onorare la memoria di re Vittorio Emanuele II e di quanti hanno combattuto per l’indipendenza e l’Unità d’Italia nelle Campagne dal 1848 al 1870. La torre, monumento ammirato per la sua maestosità all’esterno e per i suoi pregi artistici all’interno, immersa in un ampio parco, è espressione del sentimento patrio degli Italiani, essendo stata realizzata grazie ad una partecipata sottoscrizione nazionale.
Iniziata nell’anno 1880, fu inaugurata il 15 Ottobre 1893 alla presenza di re Umberto I, della regina Margherita, ministri, i membri del Parlamento e di una grande folla accorsa da tutte le province di Italia
Alla base ha un tamburo cilindrico rastremato, coronato da merli e misura mm 22,80 mt di diametro e mt 19,80 di altezza. Da questo tamburo spicca il maschio della torre che è pure cilindrico rastremato ed ha 13 metri di diametro al basso ed 11,40 in alto. Con i medaglioni che sostengono i merli la torre torna poi ad allargarsi in modo che il diametro del terrazzo è di metri 13,90.
Il percorso che si snoda dalla sala di ingresso fino alla piattaforma superiore è impreziosito da statue di bronzo ed affreschi di pregio che rievocano fatti e protagonisti del periodo risorgimentale. La Torre ha uno sviluppo interno di 490 metri, è alta 64 e nel centro della sua eccelsa piattaforma superiore, difesa da una mura merlata, si alza l’asta per la bandiera, trovandovi altresi’ posto un grande faro che nella notte irradia i colori della bandiera italiana.
Dall’alto del monumento si possono ammirare magnifici panorami sulla sottostante pianura. Quasi ai piedi della torre vi è la villa Contracagna , in passato di proprietà dei Conti Tracagni, che il giorno della battaglia fu obiettivo di ben sette assalti dell’armata sarda contro le truppe austriache.
Ingresso (museo + torre)
Telefono per conferma aperture ed orari
+39 030.9910370
ADULTI: 7,00 €
BAMBINI fino a10 anni: gratuito
RIDOTTO 11-18 anni e ultra 65 + COMITIVE: 5,00 €
COM. CON GUIDA (pren. obbligatoria): 6,00 €
Apertura annuale:
Dal 17 Marzo al 15 Ottobre: tutti i giorni 9 – 12.30 / 14.30 – 19, continuato 9 – 19
domeniche e festivi. Dal 16 Ottobre al 16 Marzo da martedì a domenica: 9 – 12.30 / 14 – 17.30
IL MUSEO DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Alle spalle della Torre vi è il Museo che conserva i cimeli, i documenti ed i ricordi della battaglia del 24 Giugno 1859, nonché significative testimonianze di altri eventi della storia del Risorgimento. Realizzato nel 1939, il museo consta di tre sale ove sono esposti anche alcuni esemplari dei cannoni impiegati nella battaglia. Vi fanno bella mostra, poi, armi, divise, carte topografiche e testimonianza di vita quotidiana dei combattenti. Fanno corona alcuni pregevoli dipinti di pregio che raffigurano i maggiori protagonisti della battaglia. Il percorso museale è accompagnato da didascalie che illustrano i reperti esposti.
LA CAPPELLA OSSARIO DI SAN MARTINO
UNA LAPIDE RECITA
Indiscretis Militum Reliquis
Date Serta
Pia Diciate Verba
Hostes In Acie
Fratres in Pace Sepulcri
Una Quiescunt
Alle Commiste Reliquie dei Prodi
Porgete fiori
Recitate parole pie
Nemici in battaglia
Fratelli nel silenzio del Sepolcro
Riposano uniti.
La scritta è tradotta anche in francese e tedesco.
Poco distante dalla Torre, seguendo un breve viale alberato, reso particolarmente suggestivo da monumenti e cippi a ricordo dei vari Corpi che parteciparono alla battaglia, si giunge alla Chiesa Ossario, in origine cappella gentilizia dei Conti Tracagni, poi acquistata dalla Società.
La facciata della cappella è decorata da tre mosaici eseguiti da artisti del laboratorio Salviati di Venezia. Inaugurata il 24 Giugno 1870, custodisce nell’abside 1274 teschi, mentre nella cripta sono deposte le ossa di 2619 caduti senza alcuna distinzione di nazionalità.
LA BATTAGLIA DI SAN MARTINO E LA SUA STORIA
Senza voler risalire alle idee fondamentali che sono alla base della storia e della politica europea di quel tempo, si può affermare che la campagna di Crimea, il trattato di Parigi e la politica di Camillo di Cavour, nonché gli errori del Governo di Vienna, portarono nella primavera del 1859 Napoleone III con la sua Armata d’Italia a combattere in Piemonte e nella Lombardia, accanto all’armata del Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, la seconda guerra d’Indipendenza italiana, contro la 1a e 2a Armata austriache al comando dell’Imperatore Francesco Giuseppe
Dopo i combattimenti nel Piemonte orientale, quelli a Magenta e a Melegnano, nonché la sosta per l’ingresso trionfale a Milano, Napoleone III la sera del 23 giugno, ormai superato il Chiese, decise di proseguire l’avanzata muovendo dalla linea Lonato-Castiglione delle Stiviere e puntando con la sua Armata su Solferino e Guidizzolo, mentre quella sarda si dirigeva su Pozzolengo. Da parte sua, Francesco Giuseppe su tali ultime località si era già attestato, ripassando con le sue Armate sulla riva destra del Mincio, con l’intenzione di dividere con la sua 2 a Armata le forze avversarie per obbligare i sardi a retrocedere con le spalle al Garda ed i francesi verso le Prealpi. Egli sperava che la sua 1a Armata, forte di numerosa Cavalleria, potesse avvolgere in pianura lo schieramento avversario dalla sua destra. Né uno né l’altro dei due Imperatori pensò invero che in quel giorno si sarebbe venuti alle armi e pertanto quella di Solferino e San Martino può essere definita una battaglia d’incontro.
Il movimento alleato venne articolato su 5 direttrici e cioè, da nord a sud:
• L’Armata sarda, su 4 divisioni – 1a (Durando), 2a (Fanti), 3a (Mollard), 5a (Cucchiari) – agli ordini di Vittorio Ema nuele II, da Desenzano e Lonato verso Peschiera e Pozzolengo;
• Il 1° Corpo d’Armata francese – Baraguey d’Hilliers – da Esenta verso Solferino;
• Il 2° Corpo d’Armata – Mac Mahon – da Castiglione delle Stiviere verso San Cassiano e Cavriana;
• Il 4° Corpo dArmata – Niel – rinforzato da 3 Brigate del 3° Corpo e da due Divisioni di Cavalleria, da Carpenedo lo verso Medole e Guidizzolo;
• Il 3° Corpo dArmata – Canrobert – da Mezzane, per Medole e Acquafredda, verso Castel Goffredo;
• la Guardia Imperiale, in riserva.
Francesco Giuseppe ordinò alla sua 2a Armata – Schlick – di attaccare frontalmente il nemico sulle colline fra Lonato e Castiglione, mentre alla 1a Armata – Wimpffen – di attuare dalla pianura un movimento avvolgente dell’avversario da sud, coadiuvata anche da una Divisione proveniente da Mantova, al comando del Generale Jellacic. Mentre gli alleati iniziarono il movimento poco dopo le 3 del mattino, gli Imperiali (così venivano chiamati gli austriaci) non si mossero che alle ore 8.30: tale sfasamento orario fece sì che i primi giunsero in ordine di marcia in prossimità degli obiettivi prefissati, mentre i secondi vi furono colti ancora prima di muovere.
In particolare, da parte austriaca:
• 1a Armata: il III Corpo Schwzenberg – a Giudizzolo; il IX Corpo Scaffgotsche – più a sud ed esattamente a Rebecco; l’XI Corpo Wiegel – a Cerlongo in seconda schiera ed il II Corpo Liechtenstein – a Volta Mantovana;
• 2a Armata: l’VIII Corpo – Benedek – a Pozzolengo e sulle alture di San Martino, il V Corpo – Stadion – a Solferino; il I Corpo – Clam-Gallas – a Cavriana ed il VII Corpo – Zobel – a Volta Mantovana.
La battaglia può essere considerata in due fasi: ante e postmeridiana, in quanto nella mattinata vi furono soprattutto combattimenti indipendenti l’uno dall’altro, quante erano le colonne in marcia, e fu soltanto verso il mezzogiorno che gli opposti supremi Comandi intervennero per coordinare i vari sforzi delle loro truppe in vista di un’azione decisiva.
Nella prima fase:
L’VIII Corpo Benedek si scontrò con l’Armata sarda; il V Corpo Stadion e il I Corpo Clam-Gallas si trovarono di fronte al 1° Corpo Baraguey d’Hilliers e dovettero distrarre forze considerevoli per opporsi a Madonna della Scoperta a una minacciarne colonna sarda comandata dal Capo di Stato Maggiore della Divisione Durando, il Tenente Colonnello Avogadro di Casanova. Più a sud la l’Armata Wimpffen, che avrebbe dovuto operare nella pianura, topograficamente difficile, di Medole e nei vicini terreni intersecati da fossi canali e siepi, fu fermata dal 4° Corpo Niel, mentre il 3° Corpo Canrobert puntava con manovra a largo raggio su Medole: i combattimenti che insorsero furono aspri e sanguinosi, sia che si scontrassero unità di fanteria, sia che intervenissero squadroni di cavalleria, anche per la presenza di numerose artiglierie. In particolare sulle alture di San Martino e più a sud-est, l’Armata sarda combattè con alterna fortuna e le varie località furono prese, perdute e riprese con assalti e cariche furenti, condotte dalle Divisioni Durando, Fanti, Mollard e Cucchiari. Inoperosa invece fu lasciata dietro Lonato la Divisione di Cavalleria sarda di Sambuy.
Nella seconda fase:
Francesco Giuseppe, pur mantenendo il piano operativo iniziale, fece accelerare la marcia del I Corpo Clam-Gallas su Solferino per sostituirvi il V Corpo Stadion duramente provato e fece avanzare su San Cassiano il VII Corpo Zobel per colmare il vuoto che si era venuto a creare fra le sue V e 2a Armata. Napoleone III felicemente intuì che la battaglia si sarebbe decisa al centro e vi gettò la sua Guardia, al comando del Maresciallo Regnaud De Saint-Jean dAugély, onde farvi massa con il 1° Corpo d’Armata del Maresciallo Baraguey d’Hilliers. I combattimenti furono asperrimi, assai cruenti e si conclusero alle 13.30 con la conquista di Solferino, alla quale efficacemente aveva contribuito l’azione sarda a Madonna della Scoperta. A sua volta, il 2° Corpo Mac Mahon, portatosi con una conversione a sinistra su San Cassiano, respinse su Cavriana il VII Corpo dArmata Zobel. L’insuperabile schieramento del 4° Corpo d’Armata Niel, rinforzato da unità del 3°Corpo d’Armata Canrobert, infranse gli attachi della V Armata Imperiale Wimpfeen e la costrinse a ritirarsi sul Mincio, a Goito. Vittorio Emanuele II, dopo un furioso temporale pomeridiano, riprese ad avanzare, facendo minacciare da sud l’VIII Corpo d’Armata Benedek dalla Divisione Durando e dalla Brigata “Aosta” della Divisione Fanti.
Sulle alture di San Martino la Divisione Mollard – Brigate “Cuneo” e “Pinerolo” – rinnovò l’attacco frontale, sostenuta dalla Divisione Cucchiari – Brigate “Casale” e “Acqui” – che per espresso ordine sovrano vi era stata ricondotta. Alle 20, l’VIII Corpo d’Armata Benedek fu costretto a ritirarsi su Pozzolengo e la sua retroguardia fu travolta dal fuoco dell Artiglieria sarda e da una carica dei “Cavalleggeri di Monferrato”. In tal modo il contributo alla vittoria dell’Armata sarda fu di grande rilievo, sia perché con la sua azione su Madonna della Scoperta assai facilitò quella francese su Solferino, sia per avere dapprima inchiodato e poi sconfitto quell’ VIII Corpo Imperiale, che era comandato dal Generale Benedek, il migliore di cui disponesse Francesco Giuseppe.
Non si può peraltro dimenticare che gli eventi svoltisi sui colli di Solferino e di San Martino il 24 giugno 1859 furono da un punto di vista militare influenzati anche da:
• i Cacciatori delle Alpi, agli ordini di Garibaldi, che dalle Prealpi lombarde minaccciavano – puntando verso la valle dAdige – le spalle dell’Armata austriaca dislocata nel Quadrilatero;
• la 4a Divisione (Cialdini), forte delle Brigate “Regina” e “Savoia”, dei battaglion i dei bersaglieri VI eVII; e del Reg- gimento “Cavalleggeri di Novara” operante dalla riva occidentale del lago di Garda verso le propaggini alpine;
• Il 5° Corpo dArmata francese, agli ordini del Principe Gerolamo Bonaparte, che – sbarcato a Livorno e risalite Gar- fagnana e Lunigiana – stava creando nella media valle del Po una minaccia sul fianco sinistro dell’Esercito austriaco;
• la flotta francese, alla quale si erano uniti alcuni legni della Marina sarda, e che era all’ancora a Lussino, pronta a porre l’assedio a Venezia.
Il nome di Solferino e S. Martino oltre che per la battaglia testé riassunta, rimane nella storia per cinque motivi:
1. vi si combattè l’ultima battaglia, nella quale a cavallo in mezzo ai combattimenti vi si trovarono, in un raggio di pochissimi chilometrri, tre Capi di Stato: Francesco Giuseppe, Napoleone III e Vittorio Emanuele II;
2. in essa, un Armata, più che sarda già italiana per un considerevole numero di volontari accorsi da ogni parte della penisola, combattè per l’indipendenza d’Italia;
3. nell’Armata francese assai numerosi, per la prima volta nell’Europa moderna, vi furono combattenti di colore, la cui presenza assurge a simbolo del colonialismo allora imperante;
4. per l’ultima volta, forse, un Esercito, quello di Francesco Giuseppe, combattè mosso dalla lealtà dinastica e in difesa del principio di legittimità: uno dei suoi massimi ideatori – il principe Clemente Lotario di Metternich – era morto proprio in quei giorni a Vienna;
5. infine, ed è il fatto di maggiore rilievo per la storia del l’umanità, quell’evento segnò la nascita della Croce Rossa. Fu invero il vedere i caduti calpestati e mal sepolti, i feriti affidati più alla pietà delle popolazioni che all’efficienza dei servizi sanitari che ispirò ad Henry Dunant l’idea che portò alla creazione della Croce Rossa e che valse al suo fondatore il primo Premio Nobel per la pace.
RISTORANTI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Che gita è se non si pranza o cena in qualche ristorante locale? Vi elenchiamo i migliori che ci sono a due passi dalla Torre e sono osterie e trattorie.
L’Osteria della Torre posizionato proprio all’esterno dell’ingresso della medesima è situata su una grande terrazza naturale all’interno del parco risorgimentale della Torre di San Martino della Battaglia a Desenzano del Garda. Sulla Strada dei Vini e dei Sapori del Garda.
L’Osteria alla Torre propone piatti tipici del territorio, sapientemente rivisitati e dispone di un grande parcheggio. Grazie al suo ampio spazio è in grado di organizzare eventi importanti, ricevimenti, colazioni di lavoro e cene aziendali personalizzati ad hoc.
Trattoria Al Borgo con alloggio Via Unità d’Italia, 10, San Martino della Battaglia cucina tradizionale ed ottimi vini.
Trattoria da Renato, Via Unità d’Italia, 73, San Martino della Battaglia prodotti genuini e specialità locali.
PARCHEGGI TORRE DI SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Il parcheggio più comodo è quello esterno alla biglietteria d’ingresso sul piazzale dell’osteria della Torre. Altri parcheggi sono quelli nelle vie adiacenti in Via dell’Ossario. Verificate sempre che sia consentita la sosta.
Per chi può permettersi la gita in bicicletta o in moto nel week end sicuramente è scelta azzeccata!